
● è in aumento l’attenzione delle startup europee verso il tema della tutela della Proprietà Intellettuale: Francia e Finlandia registrano il 42% di startup titolari di marchi e/o brevetti, seguite da Germania ed Austria (40%), Italia (39%), Norvegia (37%), Svezia e Danimarca (34%), Svizzera (32%), Repubblica Ceca (31%);
● il 29% delle startup europee ha fatto richiesta di registrazione di marchi e/o brevetti, seppur con significative differenze tra i relativi settori commerciali: circa la metà di ramo biotecnologico e di alta intensità sono i settori che includono scienza ed ingegneria nonché i settori sanitari e manifatturieri;
● la probabilità di attrarre investitori ed ottenere finanziamenti nelle fasi inziali di crescita è ancora maggiore se la startup è titolare di diritti non meramente nazionali bensì di marchi dell’Unione Europea e/o di brevetti europei.
Dunque, la protezione dei propri diritti di Proprietà Intellettuale diventa cruciale per le startup che si preparano ad espandersi nei mercati europei poiché aumenta la possibilità di investimenti e consente di segnalare più rapidamente la propria esistenza ed il proprio valore ad imprenditori, incubatori, acceleratori, appassionati di innovazioni, istituti di ricerca, investitori.
Ricordiamo che sempre l’EPO ha recentemente inaugurato il Deep Tech Finder, nuovo tool di ricerca che affianca alle informazioni aziendali i dati sui brevetti agevolando gli investitori nell’individuazione di startup europee che promuovono soluzioni innovative in aree tecnologiche delicate: ad oggi il database profila circa 7500 startup europee deep tech.