Now and Then: storia del brano che ha riunito i Beatles con il supporto dell’Intelligenza Artificiale
Il 02.11 u.s. è uscito il singolo Now and Then, inedito che ha virtualmente riunito i Beatles dopo anni dallo scioglimento del gruppo e dalla scomparsa di due dei suoi componenti, John Lennon e George Harrison.
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Il brano nasce in realtà negli anni 70 quando John Lennon registra la breve demo nel suo appartamento di New York. Il lavoro non viene terminato a causa della prematura scomparsa dell’artista ma la traccia è conservata dalla moglie Yoko Ono insieme ad altri brani inediti. Nel 1994 Yoko Ono consegna la demo a Paul McCartney con la volontà di completare l’opera di John Lennon attraverso il contributo dei suoi compagni di band.

Nel documentario “Now and Then – The Last Beatles Song” che accompagna l’uscita worldwide del singolo, Paul McCartney parla di un primo tentativo degli anni 90 di lavorare sulla demo di John Lennon raccontandolo sia sul piano emotivo (“fu strano che ci fossero solo tre di noi, dopo tutti quegli anni ed una vita intera alle spalle”) che sul piano pratico, evidenziando che quel tentativo fu destinato all’insuccesso a causa della mancanza di una tecnologia sufficientemente avanzata, risultando estremamente complicato separare i suoni, in particolare la voce di John Lennon dal pianoforte di accompagnamento (più si tentava di alzare la voce di John Lennon, più si alzava il pianoforte).

A causa delle difficoltà incontrate nella pulizia sonora e nel restauro tecnico, la demo di Now and Then resta abbandonata in un cassetto fino al 2022 quando Ringo Starr e Paul McCartney affidano il progetto alla tecnologia sviluppata da Peter Jackson e dal suo team per il film Get Back e che consente in sostanza di prendere una traccia audio e separare i vari componenti in tracce separate utilizzando il machine learning.

Attraverso software e processori di ultima generazione è stato finalmente possibile separare la voce di John Lennon dal pianoforte per poi mixarla con batteria, chitarra ed archi, facendone un disco a tutti gli effetti. Il brano prevede anche un assolo di chitarra basato sulle parti arrangiate già nel 1995 da George Harrison, doveroso tributo all’artista scomparso nel 2001.

Il lavoro fatto sulla demo di John Lennon offre interessanti spunti di riflessione sulla continua evoluzione del rapporto tra opere dell’ingegno umano ed applicazione di nuove tecnologie: nel documentario il figlio di John Lennon ha dichiarato che il padre sarebbe stato contento del risultato poiché non è mai stato timoroso di sperimentare nuove tecnologie di registrazione. In ogni caso la vicenda non ha sollevato particolari profili in tema di diritti d’autore poiché la traccia è stata realmente prodotta, cantata, suonata da John Lennon negli anni 70 ed il contributo dell’AI è stato promosso ed autorizzato dai legittimi detentori dei diritti coinvolti.