Se per essere pop ci vuole il consenso

Anni 80. Stati Uniti.

Prince Roger Nelson, giovane musicista di Minneapolis, inizia la sua carriera nel panorama della musica rock americana catturando l’attenzione delle più importanti case discografiche.

Lynn Goldsmith, altrettanto giovane fotografa di Detroit, inizia a conquistare copertine e pubblicazioni con foto d’autore e ritratti artistici.

Dall’incontro tra Lynn Goldsmith e Prince Roger Nelson nascono alcuni scatti della giovane promessa della musica. In particolare: una foto in bianco e nero mostra l’artista in un’espressione vulnerabile ed incerta.

Passano alcuni anni.

Prince Roger Nelson è oramai una star internazionale. Prince.

L'immagine mostra la firma di un documento, in un articolo relativo alla tutela del proprio brand.

Lynn Goldsmith è tra le più famose ritrattiste e fotografe della scena musicale rock. Per lei posano Eric Clapton, Bob Marley, Bob Dylan, Michael Jackson, i Queen. E tanti altri.

Accade un giorno che la rivista Vanity Fair chieda al genio della popart Andy Warhol di realizzare una serigrafia di Prince in versione pop sulla base di una delle fotografie scattate da Lynn Goldsmith.

Vanity Fair ed Andy Warhol ottengono l’autorizzazione della fotografa alla rivisitazione pop dello scatto autoriale e le riconoscono un corrispettivo per procedere in tal senso.

Anno 2016.

Lynn Goldsmith scopre che Andy Warhol aveva in realtĂ  utilizzato la sua fotografia per realizzare ulteriori 16 ritratti di Prince, di colori diversi e destinati tutti ad utilizzo altro dalla pubblicazione su Vanity Fair: alcuni concessi in licenza, altri finiti in musei e collezioni private. Decide dunque di fare causa alla Andy Warhol Foundation invocando violazione di copyright e chiedendo il versamento di tutti i diritti economici derivati dallo sfruttamento non autorizzato della propria opera fotografica.

Lynn Goldsmith versus Andy Warhol

Primo grado: i giudici di New York rigettano le richieste di Lynn Goldsmith. Andy Warhol avrebbe “trasceso” il copyright della fotografa trasformando lo scatto di Prince con l’espressione vulnerabile in un’opera d’arte in cui l’artista, anche grazie al colore specificatamente adoperato, appare invece iconico e immortale.

Secondo grado: la Corte d’Appello di New York accoglie le richieste di Lynn Goldsmith. Sussisterebbe evidente somiglianza tra gli scatti fotografici ed i ritratti di Andy Warhol e si afferma che “non qualsiasi opera secondaria che aggiunge nuova estetica o nuova espressione alla sua fonte originale può essere considerata trasformativa”.

Terzo grado: oggi, a distanza di 38 anni dalla realizzazione delle opere di Andy Warhol, la causa è stata portata al vaglio della Corte Suprema USA che dovrà decidere se la trasformazione operata sull’originario scatto fotografico dal genio della popart sia sufficiente ad escludere la necessità della preventiva autorizzazione allo sfruttamento da parte dell’autrice del medesimo.

La decisione è prevista entro il 30.06.2023.

Vi aggiorneremo presto. Staytuned!